Giuseppe Borsellino

Era un uomo semplice, amava la sua famiglia e, in particolare i suoi nipotini. Era nato e cresciuto in Sicilia, terra che amava, terra che tanto gli aveva dato e che tanto si sarebbe ripresa. Lavorava la terra, ma per seguire il sogno di suo figlio Paolo aveva cominciato ad occuparsi di calcestruzzo. Proprio per aver osato difendere la propria impresa di calcestruzzo dalle grinfie della mafia, il figlio Paolo venne ucciso il 21 aprile 1992.

Con questo omicidio comincia la morte di Giuseppe, padre che non volle arrendersi all’idea che la propria terra gli avesse brutalmente strappato dalle braccia il figlio amato. Con questo omicidio comincia un’indagine, una lotta, una guerra per scoprire la verità, che appariva chiara agli occhi di Giuseppe, ma che non riusciva a riflettersi in una giustizia effettiva. Con questo omicidio comincia una storia di ribellione alla stretta mafiosa che teneva in pugno la zona del lucchese e che ancora oggi mette in ginocchio centinaia di siciliani.

Questa storia sembra concludersi il 17 dicembre 1992, quando Giuseppe viene ucciso in pieno giorno nella piazza del suo paese, davanti a decine di occhi che non hanno visto niente. Ma Giuseppe vive: vive nella sua famiglia che porta avanti la sua battaglia, vive negli studenti del Liceo Giorgione che hanno dato vita ad un Presidio intitolato a lui, vive in tutte le persone che oggi non si piegano davanti alle mafie e a tutti i comportamenti mafiosi.

Non era un eroe, come spesso si dice delle vittime innocenti delle mafie. Era un uomo semplice, amava la sua famiglia e, in particolare i suoi nipotini. Era nato e cresciuto in Sicilia, terra che amava, terra che tanto gli aveva dato e che tanto si è ripresa.

Nel 2016 nasce a Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, il Presidio di Libera intitolato a Giuseppe Borsellino, vittima innocente delle mafie.