Libera costituita parte civile nel processo commenta la sentenza con relative condanne del processo a carico del gruppo dei “casalesi di Eraclea”

La sentenza di condanna emessa da parte del Gup di Venezia relativamente al procedimento ‘Casalesi di Eraclea’ svela il vero volto delle mafie smentendo ogni diffuso minimalismo circa la presenza delle organizzazioni criminali in Veneto. Per troppo tempo si è fatto finta di non vedere ciò che era sotto gli occhi di tutti sottostimando il fenomeno criminale rispetto agli interessi economici e alla ricchezza che ci sono nel territorio. Le infiltrazioni mafiose, che interessano questo territorio come ormai la maggior parte delle zone del Paese, si contrastano con la repressione e gli strumenti giudiziari, ma il primo e imprescindibile strumento rimane il risveglio delle coscienze, l’orgoglio di una comunità che antepone il bene comune alle speculazioni e ai privilegi, contrastando in tutte le sedi la criminalità organizzata e i suoi complici. Mafie e corruzione, prese insieme e alleate, sono un male non eminentemente criminale ma culturale, sociale, economico, politico.
La sentenze di oggi devono allora assumere una forte valenza, non solo simbolica ed evocativa, ma devono rappresentare un momento di passaggio, in percorsi di memoria e impegno, da sostenere e condividere nel corso di tutto l’anno. Occorre allora una grande opera educativa e culturale perché è la cultura che sveglia le coscienze.