Il progetto “Famiglie in Rete” nasce nel 2008 dalla collaborazione tra il consultorio famigliare dell’Ulss 2 Marca Trevigiana – distretto di Asolo, i comuni e le famiglie del territorio. Nel 2012 lo stesso distretto di Asolo viene incaricato dalla Regione Veneto per promuovere questa progettualità in tutto il territorio regionale: tra cui il territorio di Treviso.
Attualmente il progetto è promosso in 23 comuni del Distretto di Asolo– Ulss 2 Marca Trevigiana, in cui si vede un lavoro sinergico tra le assistenti sociali dei singoli comuni e l’equipe di educatori, formata da educatori del Consultorio Familiare del distretto e da educatori della cooperativa Kirikù.
Il progetto si pone l’obiettivo di affiancare e sostenere, in un’ottica di prevenzione, le famiglie che stanno attraversando un momento di difficoltà relazionale, educativa o organizzativa e che non hanno le risorse personali o famigliari necessarie ad affrontarla. Concretamente, le famiglie si ritrovano mensilmente con gli operatori per confrontarsi e attivare dei percorsi di accoglienza; con l’auspicio di rendere la famiglia protagonista e favorire la crescita di una comunità più equa e solidale.
Famiglie in rete intende diffondere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, al fine di favorire la crescita di una comunità più equa e solidale, incoraggiando nuove relazioni di aiuto e sostegno tra soggetti prossimali, ovvero vicini. L’obiettivo del progetto è di promuovere la creazione, in ogni comune che aderisce, di una rete di famiglie intesa come gruppo che si prende cura di sé e degli altri e si impegna per il benessere della comunità in cui vive. Nello specifico, il progetto mira ad affiancare e sostenere, in un’ottica di prevenzione, le famiglie che stanno attraversando un momento di difficoltà relazionale, educativa o organizzativa e che non hanno le risorse personali o famigliari necessarie ad affrontarla. Il progetto Famiglie in Rete si basa sull’approccio ecologico sociale che crede nella generatività della comunità, facendola protagonista, e nella centralità delle relazioni promuovendo quindi il lavoro con le persone attraverso i principi della sussidiarietà (ovvero del sostegno reciproco) e dell’orizzontalità (tra la rete di contatti più vicina alla propria). Ai vari attori del progetto, che siano operatori o famiglie, accolte e accoglienti, viene chiesto un confronto orizzontale, in cui ognuno mette in gioco le proprie competenze e risorse, valorizzando la co-responsabilità di ciascuno.
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Ne è un esempio l’avvio di un’accoglienza: essa nasce in seguito a un confronto e a una scelta di entrambe le famiglie coinvolte, oltre che dallo stesso gruppo Rete. Tanto da portare alla famosa frase “l’accoglienza non è della singola famiglia, ma di tutta la Rete”.
All’interno del progetto la co-responsabilità viene vista anche in termini di sussidiarietà:
semplicemente la famiglia accogliente non sostituisce le funzioni educative dei genitori ma le supporta, generando dei confronti tra gli adulti coinvolti, accompagnando i bambini nel loro percorso di crescita.
Nel fare accoglienza all’interno di una rete, la famiglia si assume una responsabilità sociale e, al contempo, vive un’opportunità di crescita e di cambiamento per sé stessa. Infatti, essere famiglie in rete significa abbracciare un’idea in cui l’essere generativi all’interno del proprio territorio permette a noi stessi, e di riflesso all’intera comunità, lo sviluppo di una maggiore coesione sociale, in cui ogni cittadino è riconosciuto.
Tutte le altre info sono nel sito famiglieinrete.it
“10 anni di Famiglie in rete: uno sguardo al presente per costruire un futuro di di equità e reciprocità”
Atti del convegno [pdf]
Falzè di Trevignano (TV), 18 novembre 2018
Interventi di Pasquale Borsellino, Giuseppe De Marzo, operatori e famiglie delle reti